ETIMOLOGIA
Il termine deriva dal latino aequilibrium, derivato dall'aggettivo aequilibris, -e, ‘livellato, perfettamente orizzontale’, composto di aequus, ‘uguale’ e libra, ‘bilanciata’; calco dal greco isostathmos che significa “di uguale peso”, composto di isos ‘uguale’ e stathmos ‘peso’.
Il termine equilibrio viene descritto come lo stato che un corpo assume quando tutte le forze applicate danno risultante e momento nulli.
[Nocentini A., L’etimologico. Vocabolario della lingua italiana, Firenze, Le Monnier, 2010; DELI 1999]
STORIA DELLA PAROLA - CITAZIONI
Il termine compare per la prima volta nella terza edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1691) con la definizione di ‘contrappesamento’.
Nella quinta edizione (1863-1923) invece troviamo ‘Stato e posizione della bilancia non gravata di pesi, o gravata di pesi eguali ne’ due piatti’, con due esempi tratti da Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (1638) di Galileo:
«Sono andato detraendo del contrappeso tanta arena… che la bilancia resti in equilibrio col residuo contrappeso» (3, 81)
«Per fabbricar dunque la bilancia piglisi un regolo… e dividasi nel mezzo dove si ponga il perpendicolo; poi si aggiustino le braccia che stiano in equilibrio coll’assottigliar quello che pesasse di più» (E4, 204)
Inoltre viene riportato anche l’uso del termine nell’ambito della meccanica: ‘Posizione orizzontale, detto di cosa sostenuta o fermata nel suo centro di gravità’, con due citazioni tratte dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) di Galileo:
«Stando in una barca ferma, cerchisi di porre una superficie piana in equilibrio, come v.g. uno specchio, sì che sopra di esso quieti una palla rotondissima» (E2, 380)
«Ago declinatorio, che portato intorno alla terra più e più si inclina con l’avvicinarsi al polo boreale e meno declina verso l’equinoziale verso il quale si riduce finalmente all’equilibrio» (I, 438)
Quest’ultima citazione viene riportata anche dal Tommaseo Bellini, come esemplificazione della definizione di ‘Posizione orizzontale di linee o corpi dei quali non si considera il peso’, insieme a un’altra citazione galileiana, tratta dalla medesima opera:
«La pendenza si andrà diminuendo e incamminandosi verso l'equilibrio, e l'incurvazione degli archi dei passaggi per l'opposito si andrà augumentando» (I, 378)
Il termine equilibrio viene infine utilizzato nell'opera di Galileo Galilei Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua (1612):
«Due pesi di assoluta gravità eguali, posta in bilancia di braccia eguali, restano in equilibrio»
SIGNIFICATO SINCRONICO
Il termine assume varie accezioni in base all’ambito in cui viene utilizzato.
In fisica assume il significato di ‘stato di quiete di un corpo’.
Nell'ambito scientifico, l'equilibrio è uno stato fisico di un sistema nel quale non intervengono cambiamenti ( condizione di un sistema in cui i parametri restano costanti) se non per cause esterne: e. statico, dinamico, e. termico, e. biologico.
Più in generale, condizione per la quale un corpo (anche il corpo umano) sta fermo per un compensarsi delle azioni che su di esso si esercitano, o, anche muovendosi, conserva un suo determinato assetto: far stare in e. i piatti della bilancia; tenere in e. un bastone sul palmo della mano; mantenere, perdere l’e.
In aeronautica, si parla di equilibrio di un aeromobile in volo, quando è nullo il momento, rispetto al baricentro, di tutte le forze applicate, così che il volo si realizza in condizioni di regime.
In marina, e. velico, quello che si raggiunge facendo in modo che il centro di pressione delle azioni del vento sulle vele non resti né troppo a prora (che darebbe una nave eccessivamente «poggiera») né troppo a poppa (che darebbe una nave eccessivamente «orziera»).
In ambito figurato, situazione in cui nessun elemento prevale sugli altri, oppure senso della misura, capacità di valutare obiettivamente.
[Devoto-Oli 2014; Treccani online]