Protagonisti assoluti di questa attività sono stati i ragazzi, nel ribaltamento del loro ruolo da discenti a docenti.
Il ruolo della docente adulta è stato quello di
- verificare i prerequisiti
- lanciare la sfida: se il testo scolastico è noioso, voi siete in grado di trovare un’alternativa?
- avviare la riflessione e moderare la discussione
- coordinare gli interventi dei ragazzi
- equilibrarne le proposte
- supervisionare il progetto durante la sua genesi in classe, convogliando idee e suggerimenti verso un prodotto unitario
- controllare in fase finale le parti costituenti l’artefatto e l’accorpamento delle stesse.
Il lancio della sfida ha acceso interesse e motivazione.
La realizzazione di un compito di realtà ha permesso la verifica delle competenze messe in atto.
L’approccio metodologico della classe capovolta ha fatto sì che il messaggio didattico fosse impostato dai ragazzi stessi, secondo un linguaggio ed una tecnica espressiva alla loro portata, coinvolgendoli e motivandoli a dare il meglio di sé per un obiettivo comune.
La dimensione progettuale del percorso, l’assoluta condivisione in classe di ogni punto mediante brainstorming hanno reso doppiamente efficace ogni conoscenza e abilità messa in campo da ciascuno. Certamente procedere in modo così democratico e collettivo è molto complesso, rallenta lo svolgimento della lezione e dilata i tempi di realizzazione, ma ha il vantaggio di far sì che ciascuno collabori e si senta realmente parte di quanto poi viene prodotto, oltre ad incrementare le competenze sociali in gioco. In questo modo ciò che sa ognuno diviene patrimonio di tutti.
Il procedimento metalinguistico ha provocato la riflessione consapevole su quanto già conosciuto, favorendo la consapevolezza espressiva e consolidando conoscenze e abilità.
Il contributo individuale è stato poi convogliato in lavoro di gruppo volto alla realizzazione concreta del prodotto. Ogni fase della Piccola ricetta è stata liberamente scelta da ciascun ragazzo, costituendo così dei gruppi motivati e assolutamente spontanei.
La forma comunicativa scelta dai ragazzi è quella multimediale ricorrendo ad alcune risorse digitali a loro familiari, in particolare sono stati utilizzati le seguenti modalità di presentazione:
Il linguaggio informale è destinato a fruitori coetanei degli autori; l’ironia stempera il tema altrimenti ostico e porta la ricerca di una scrittura corretta come esperienza del vissuto quotidiano.
La didattica per competenze ha permesso di consolidare le seguenti competenze chiave:
- competenza alfabetica funzionale
- esprime le proprie idee in modo coerente e corretto
- adotta un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni
- consolida processi e strumenti espressivi
- arricchisce il lessico specifico
- riconosce e utilizza diversi tipi di testo
- competenza digitale
- usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione
- consolida processi e strumenti operativi
- competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare
- si orienta nello spazio e nel tempo per gestire l’apprendimento
- esprime curiosità verso ciò che lo circonda
- è consapevole del senso delle proprie azioni
- è consapevole del proprio processo di apprendimento e dei propri bisogni
- utilizza le sue conoscenze e nozioni di base
- è capace di ricercare e di procurarsi nuove informazioni
- competenza sociale e civica in materia di cittadinanza
- si assume le proprie responsabilità, chiede aiuto quando si trova in difficoltà e sa fornire aiuto a chi lo chiede
- rispetta le regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità
- nel gruppo è controllato e disponibile
- mostra rispetto verso tutti
- fa interventi costruttivi e partecipa con continuità per interagire con gli altri
- competenza imprenditoriale
- sa trovare soluzioni adatte a problemi specifici
- utilizza l'immaginazione, il pensiero strategico, la riflessione critica per produrre risposte efficaci ad esigenze proprie ed altrui