Paola Manni, La lingua di Boccaccio, il Mulino, Bologna 2016 (Le vie della civiltà), pp. 272
In meno di un secolo, dagli ultimi anni del Duecento al 1370 circa, la straordinaria esperienza artistica di Dante, Petrarca e Boccaccio assume un significato decisivo per le sorti della storia linguistica italiana, innescando il processo di unificazione che condurrà alla formazione dell’italiano moderno.
Modello riconosciuto soprattutto per la lingua della prosa, Boccaccio è animato, nelle diverse fasi della sua produzione letteraria in volgare, da un marcato sperimentalismo. Un percorso al centro del quale sta il «Decameron», opera esemplare che ha dominato per secoli la nostra tradizione linguistica.
Il libro traccia un prezioso profilo della lingua boccacciana, di cui sono illustrate le caratteristiche fonologiche, morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche.