La vincitrice delle Olimpiadi di italiano 2014 incontra gli studenti del liceo “A.M. Enriques Agnoletti” di Sesto Fiorentino

Durante la sua settimana di soggiorno premio presso l’Accademia della Crusca, la studentessa nigeriana Ibinabo Kilali West è stata ospite del liceo “A.M. Enriques Agnoletti” di Sesto Fiorentino, nelle classi 2H e 3H della professoressa Valentina Firenzuoli. Nel corso degli incontri gli studenti hanno dialogato con lei ponendole alcune domande sulla sua vita scolastica in Nigeria e in Italia. Queste sono alcune delle interviste svolte.


“L'italiano non è mai stato il mio forte, la mia media non è mai stata superiore al sette!”
Questa frase ci descrive Ibinabo, una ragazza nigeriana alta, bella e piena di energia, molto aperta agli altri e pronta a ridere e a parlare con loro.
Lei ha vinto le Olimpiadi di italiano 2013/2014 indirizzate agli studenti del biennio. Ibinabo è stata ospite del Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino il giorno 20 Ottobre.
Valeria Saura, insieme ad una docente del Convitto Nazionale Umberto I° in Piemonte, hanno illustrato ai ragazzi le modalità con cui si svolgono le Olimpiadi: le prime selezioni sono online e soltanto in un secondo momento i sessanta scelti partecipano alla finale in Palazzo Vecchio. Le scuole partecipanti sono scuole italiane e scuole italiane all'estero; sono ammessi ragazzi di età diverse: sia del biennio che del triennio.
Ma adesso lasciamo la parola a lei:

SONO DIFFICILI LE OLIMPIADI?
Insomma, ci sono domande di vario tipo: grammatica, lessico e scrittura. Sicuramente quella che mi è piaciuta meno è stata la prova di scrittura in cui, in circa duecento righe, dovevamo aiutare una ragazza di cui era narrata la storia. Io non sono capace di dare consigli!
La grammatica invece mi ha fatto uscire dalla stanza con il mal di testa; dovevamo mettere le parole opportune all'interno di alcuni brani...da quel momento ho detto “basta” alla grammatica!

PERCHE' HAI SCELTO PROPRIO L'ITALIANO?
Mmm, non l'ho scelto proprio io; mio padre lavora in Italia ed è stato lui ad obbligarmi a frequentare la scuola italiana in Nigeria fin da quando avevo quattro anni.

QUALE DIFFICOLTÀ HAI INCONTRATO NELLA LINGUA ITALIANA?
In realtà la difficoltà più grande per me è stata quella relativa alla costruzione della frase; spesso scrivevo utilizzando un ordine delle parole tipico della scrittura inglese, forse talvolta lo faccio ancora!
Per il resto l'italiano, avendolo studiato fin da piccola, non è stato un grande problema per me; infatti lo uso anche in Nigeria per parlare con mio padre.

PERCHÉ HAI DECISO DI PARTECIPARE ALLE OLIMPIADI?
Sinceramente non volevo partecipare, sono stati i miei che hanno detto “proviamo!”. Non avrei mai pensato di venire qua a Firenze.

CI SONO DELLE DIFFERENZE TRA LA SCUOLA IN ITALIA E QUELLA IN NIGERIA?
Non molte, le materie sono uguali, il programma è lo stesso; però in Nigeria matematica ed informatica vengono fatte in lingua inglese. La mia scuola in Nigeria è molto piccola, in classe eravamo in due, non potevamo che andare d'accordo!
Adesso frequento il convitto nazionale Umberto I° in Piemonte.

COME TI SEI TROVATA CON GLI ITALIANI?
Bene, sono simpatici e aperti. Anche con gli italiani conosciuti in Nigeria ho creato un bel rapporto, ognuno di loro proviene da una città diversa e ci siamo raccontati le nostre storie.

LE RIFARESTI LE OLIMPIADI? E IL TRASFERIMENTO IN ITALIA?
Sì. È un'esperienza bellissima, da fare! Viaggi molto e stai lontano dalla famiglia, ma ne vale la pena. Penso di aver fatto una buona scelta. Grazie a questa esperienza adesso posso interagire sia con ragazzi italiani, sia nigeriani. Probabilmente se non l'avessi fatto, non avrei mai creato questi rapporti con le persone italiane!

L'intervista è finita e Ibinabo ci saluta sorridendo. Venerdì ripartirà e riprenderà la sua vita di ogni giorno.

Lisa Vezzosi


Nel mese di ottobre abbiamo ricevuto in classe come ospite la vincitrice delle Olimpiadi di italiano 2014: il suo nome è Ibinabo Kilali David-West. Lei proviene dalla Nigeria e dall’età di quattro anni ha iniziato a frequentare una scuola italiana nel suo paese. Le classi erano composte da due, tre, massimo cinque alunni proprio perché non tutte le famiglie potevano garantire l’insegnamento ai propri figli; a lei piace la lingua italiana anche se è molto complessa, ma trova un po’ di difficoltà con i modi di dire che variano di lingua in lingua.
L’anno scorso le è stato proposto di partecipare alle Olimpiadi e lei inizialmente era un po’ scettica, ha accettato ma l’ha presa con molta leggerezza.
La prima prova è online e consiste in un questionario di domande prevalentemente sulla grammatica italiana: è un test a risposte chiuse perché, dato che alla prima prova prendono parte tanti studenti da ogni parte del mondo, questa deve avere una correzione automatica al computer. Alla fine della prima prova ogni partecipante riceverà il proprio risultato e i migliori andranno in finale.
La finale consiste in una prova che ha una durata di due ore nella quale vengono trattati gli aspetti principali della lingua italiana: quesiti di grammatica, quesiti lessicali (significati ed etimologie di parole), comprensione e riassunto con parole limitate di un brano e infine, sempre con parole limitate, la scrittura di un testo libero. In Italia, in questo percorso, ha trovato difficoltà per quanto riguarda le classi all’interno dell’Istituto, in Nigeria invece era abituata ad avere due o tre compagni di classe e qui le classi sono composte da venticinque ragazzi. Mentre, per quanto riguarda il programma scolastico, tratta i soliti argomenti di quello italiano. Attualmente frequenta il convitto internazionale di Torino Umberto I e si trova molto bene con i compagni; è convinta di finire il liceo qui ma ancora non sa dove frequentare l’università, se fare come il padre che è venuto a seguire gli studi in Italia oppure tornare a studiare in Nigeria.
L’anno prossimo arriverà a Torino ad iniziare un percorso di studi anche il fratello più piccolo. Entrambi hanno seguito le ombre del padre.

Elisa Bartolozzi


Il giorno lunedì 20 Ottobre 2014 gli studenti della classe II H del liceo Agnoletti hanno avuto l’onore di incontrare la vincitrice delle Olimpiadi di italiano per l’estero. L’incontro si è svolto nell’arco della mattinata, direttamente dentro l’istituto scolastico, in un contesto informale e colloquiale. Ibinabo – questo è il nome della vincitrice- è originaria della Nigeria ed era accompagnata all’evento da una professoressa della scuola che frequenta e da una ex-insegnate che lavora all’Accademia della Crusca, dove la ragazza è ospite per una settimana.
Durante l’ora Ibinabo si racconta, rispondendo alla domande dei coetanei, incuriositi dalla sua particolare storia. Ibinabo ha iniziato a studiare l’italiano all’età di quattro anni, su esortazione dei genitori, in Nigeria, ed è proprio grazie a questa precoce educazione che adesso parla la lingua in modo quasi perfetto. Racconta, ancora, di aver scelto quasi casualmente di affrontare la prova e spiega le difficoltà che ha riscontrato durante i vari esami. Dopo la vittoria ha deciso di venire in Italia, precisamente a Torino, dove dice di voler finire gli studi liceali, nonostante senta molto la mancanza della sua famiglia, che è rimasta in Nigeria.
In questo periodo Ibinabo è carica di impegni e viaggia da una città all’altra quasi ogni giorno ma è comunque riuscita a trovare il tempo per incontrare gli studenti che sono rimasti entusiasti dell’incontro e che, sicuramente, ne riceveranno un insegnamento prezioso per le loro vite.

Viola Basville


Lunedì 20 ottobre 2014, noi classe III H abbiamo avuto la possibilità di ospitare la studentessa nigeriana Ibinabo Kilali West vincitrice delle Olimpiadi di Italiano del biennio.
Ibinabo frequenta la scuola italiana in Nigeria da quando aveva quattro anni, soprattutto spinta dai suoi genitori, perché suo padre aveva studiato architettura a Firenze.
Inizialmente non voleva partecipare alle Olimpiadi ma poi si è detta che non avrebbe perso nulla se avesse provato. Le prime due fasi della prova si sono svolte on-line mentre la finale è avvenuta a Firenze in Palazzo vecchio.
“Non avrei mai pensato di arrivare prima” - ha detto Ibinabo - “e invece ho vinto”.
Inoltre ci ha spiegato che le prove erano difficili, con vari trabocchetti e andavano svolte in sole due ore.
Quando le abbiamo chiesto che difficoltà aveva trovato nella lingua italiana, lei ci ha risposto che trovava difficile il costrutto della frase perché è molto diverso dall’inglese, lingua ufficiale della Nigeria.
Ora Ibinabo studia presso il liceo classico europeo a Torino e in classe sono in ventiquattro, ma lei si trova bene con tutti i suoi compagni. Per lei è un po’ strano stare in classe con così tante persone poiché in Nigeria erano soltanto in due. Ci ha detto che non è così negativo essere in pochi in classe perché puoi essere seguito meglio dagli insegnanti e si instaura un rapporto diretto tra docenti e alunni, cosa che in Italia non accade perché i professori devono insegnare a più di venti persone. Per quanto riguarda il programma scolastico non ha trovato differenze perché essendo una scuola italiana il programma è lo stesso del nostro paese.
In conclusione ha parlato dell’importanza del viaggio. Viaggiare apre la mente e non ti fa restare chiuso ma cominci ad apprezzare la tua cultura, le tue idee e i immergi in un mondo di sapere.

Haymanot Vianello


Ibinabo è una studentessa nigeriana che si è classificata prima alle Olimpiadi di italiano per le scuole italiane all’estero. È venuta al liceo scientifico “Agnoletti” di Sesto Fiorentino per interagire con noi ragazzi di 2° e 3° H ad indirizzo scienze umane.
Le Olimpiadi sono strutturate con una prima parte online a prove chiuse e chi riesce ad ottenere il punteggio più alto “passa in finale”. Questa si struttura a sua volta in una prima parte con domande a crocette e quindi per Ibinabo è stata più facile. La seconda prova è la prova finale, suddivisa in una parte di grammatica e una di lessico e alla ragazza è sembrata più difficile: aveva due ore e mezza ed era simile ad un esame. Sia i gareggianti italiani che quelli stranieri avevano la stessa prova.
La studentessa nigeriana studia la lingua italiana da quando aveva quattro anni, invogliata dai genitori, ma soprattutto dal padre il quale aveva studiato in passato questa lingua. Ibinabo adesso sta studiando presso il liceo classico europeo di Torino ed ha trovato alcune differenze rispetto alla scuola nigeriana: i licei in Nigeria durano quattro anni anziché cinque come in Italia e le classi a Torino sono composte da 25 alunni circa, mentre lei era abituata a stare in classe con 2 o 3 compagne.
Ha detto che finirà il liceo in Italia, ma è indecisa se rimanere o tornare in Nigeria per frequentare l’università. Attualmente è ospitata all’Accademia della Crusca la quale rappresenta la più prestigiosa istituzione linguistica d’Italia. Ibinabo non voleva partecipare inizialmente a queste Olimpiadi, ma alla fine anche grazie al sostegno dei genitori e degli insegnanti ha deciso di partecipare. E con grande soddisfazione ha vinto.

Martina Mazzi


Il giorno 20 ottobre 2014 la classe terza H del liceo delle scienze umane A. M. E. Agnoletti ha avuto l'opportunità di ospitare in classe per un'ora Ibinabo. Ibinabo è una ragazza nigeriana che ha vinto le Olimpiadi della lingua italiana l'anno scorso. Le è stata concessa questa possibilità perché frequentava una scuola italiana all'estero (Nigeria) che ha però la stessa organizzazione di una scuola che si trova in Italia. Il procedimento svolto per le Olimpiadi è il seguente: ci sono delle selezioni che vengono fatte nelle varie scuole, al computer, con prove a domanda chiusa. Chi riesce a passare le selezioni si deve recare poi a Palazzo Vecchio a Firenze per la finale. Essa è composta da sei prove totali, ovvero una di grammatica, due di lessico e tre di scrittura.
Le ragazze della classe hanno posto delle domande a Ibinabo. Ad esempio, perché ha scelto di studiare in una scuola italiana. Lei ha risposto dicendo che questa decisione non proviene da lei ma dai suoi genitori. Suo padre in particolare, perché, avendo lavorato come architetto a Firenze, ci teneva che anche sua figlia potesse avere la possibilità di conoscere in modo approfondito questo paese. Così a partire dai quattro anni le ha fatto frequentare la scuola italiana.
La difficoltà che ha riscontrato principalmente nell'imparare questa lingua è legata alla struttura della frase perché è diversa da quella inglese (lingua parlata in Nigeria). Un'altra curiosità delle ragazze era quella di sapere se la decisione di partecipare alle Olimpiadi fosse partita da lei o no. Lei risponde che non è stata una sua decisione ma dei suoi insegnanti, e anzi lei non avrebbe mai pensato di potercela fare, anche perché a italiano aveva "solo" la media del sette.
Per quanto riguarda l'organizzazione della scuola italiana all'estero, il programma è lo stesso, i professori parlano italiano a parte quelli di matematica e inglese. La scuola è piccola e la sua classe era formata da solo due ragazze (lei compresa). Il rapporto con l'insegnante è quindi molto più diretto e curato. Adesso invece Ibinabo vive a Torino e frequenta il liceo classico europeo "Convitto Nazionale Umberto I": questa è una scuola particolare, ce ne sono solo 17 in Italia. Le materie nel biennio sono dodici tra cui due materie in seconda lingua. I ragazzi stanno a scuola dalle 8.00 alle 12.00 circa anche se non tutti i giorni. Nell' orario è compresa la mensa e un educatore che segue la classe in ogni momento. Gli alunni sono 1000 in tutto. C'è un numero chiuso e fino a due anni fa andavano superati dei test per poter entrare. La scuola è pubblica ma la struttura è privata. Il latino viene insegnato usando il metodo Oerberg ed è considerata una lingua straniera.
Alla fine dell'incontro Ibinabo fa notare quanto abbia trovato disponibili e aperti gli italiani nei suoi confronti e ciò l'ha aiutata anche a sentire un po' meno la mancanza della sua famiglia e dei suoi amici che ha dovuto lasciare. È quindi entusiasta e contenta di aver intrapreso questa nuova esperienza perché l'ha aiutata a crescere e ad aprirsi a un modo di vivere magari un po' differente da quello abituale.

Camilla Pierguidi