La recensione. Le Olimpiadi di italiano

Le Olimpiadi di italiano. Un osservatorio sulle competenze logico-linguistiche degli studenti delle scuole superiori, a cura di Ugo Cardinale, Paolo Corbucci, Massimo Fagotto, il Mulino, Bologna 2018



Alla vigilia della ottava edizione, che si svolge a Firenze alla fine di marzo, esce questo libro, i cui curatori e autori dei saggi che lo compongono sono direttamente coinvolti, a vario titolo, nell’organizzazione dell’iniziativa.

Il volume è un osservatorio sulle prove delle Olimpiadi di italiano, sulla base delle opinioni di autorevoli studiosi della lingua, che commentano gli esercizi assegnati ai ragazzi delle scuole secondarie di 2° grado durante la selezione.
Se, infatti, da un lato le Olimpiadi sono una competizione giocosa e non un esame, è pur vero che i test da superare ci sono e che spesso la loro soluzione non è facile. Anzi. Luca Serianni - per il quale l’iniziativa ministeriale è «l’occasione di un monitoraggio delle capacità linguistiche degli adolescenti, almeno dei più bravi» - osserva al riguardo che le prove sono generalmente equilibrate e ben strutturate, se pur sempre migliorabili.

Altri studiosi sottolineano l’importanza di valutare la competenza ortografica, di prestare attenzione alla punteggiatura e all’accrescimento del lessico, senza mai trascurare la promozione delle capacità sintattiche e testuali.


Sulla testualità, Carla Marello conferma «che si possono dare ‘prove oggettive’ anche per la dimensione testuale e che vale la pena farlo per aumentare la sensibilità degli allievi ai legami coesivi e alle condizioni di coerenza, sensibilità che tornerà loro utile sempre, a prescindere dalla materia scolastica per cui l’hanno affinata». La studiosa suggerisce inoltre alcune utili indicazioni sugli elementi che rendono il testo comprensibile, riferimento prezioso per aiutare gli insegnanti nella loro pratica didattica, perché insistere sugli esercizi di testualità può essere di grande aiuto al fine di verificare la capacità di lettura consapevole di un testo.

Ma non solo. Constatato che la lingua si può esercitare anche con la manipolazione dei testi, i curatori, nella loro introduzione, sottolineano che ultimamente è stata riscoperta, per le prove finali, l’antica pratica del riassunto, inteso come strumento di comprensione del testo e di produzione di nuovi testi, rielaborati in forma più breve e con un ampio ventaglio di scelte espressive alternative.

Tra i saggi presenti nel volume, segnaliamo l’intervento di Ugo Cardinale, che analizza e commenta le singole prove finali di scrittura degli ultimi tre anni e illustra come sono state preparate e con quali obiettivi, e la storia delle Olimpiadi e delle Giornate della lingua italiana, ripercorsa da Paolo Corbucci. Da quest’ultima apprendiamo che l’iniziativa, nata nel 2011 per celebrare i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, nel corso degli anni ha visto crescere sempre più il numero delle scuole e quello dei partecipanti, fino a raggiungere il record di 57 mila studentesse e studenti nella settima edizione del 2017.