Daniele D’Aguanno, Pronuncia e ortografia, Franco Cesati, Firenze, 2022
Che cosa significa commettere errori di pronuncia e ortografia? Vuol dire «produrre, parlando e scrivendo, forme sonore o grafiche che non corrispondono affatto a quelle che in una lingua garantiscono la vita acustica o scritta delle parole». Anche se «è l’uso dei parlanti, e non un ente o un’istituzione, a selezionare ciò che in una comunicazione è giusto o sbagliato oppure appropriato o inappropriato». Senza dimenticare, però, di avere sempre come punto di riferimento le buone grammatiche o un buon dizionario, che ci possano guidare tra le varianti di pronuncia e ortografia dell’italiano di oggi. Così scrive Daniele D’Aguanno nella prima parte di questo libro, intitolata La pronuncia e l’ortografia: regole, errori e varianti, in cui, peraltro, ci rassicura che «in genere rispettiamo con naturalezza la giusta pronuncia e l’ortografia delle parole, specie di quelle che fin da piccoli abbiamo sempre usato quotidianamente». Sulla pronuncia, poi, è vero che ciascuno di noi «quando parla la propria lingua in condizioni normali, realizza sempre in un modo particolare i suoni che formano le sillabe delle parole», ma queste realizzazioni non sono mai troppo diverse dai suoni che permettono alla propria comunità linguistica di ricondurre a una parola ben precisa tutte le pronunce individuali.
Nella seconda parte del libro l’autore analizza in modo più dettagliato la pronuncia, soffermandosi su quella standard o neutra, indicata sempre nei dizionari e nei manuali di pronuncia, ma rispettata solamente dagli attori di teatro o nel doppiaggio, in quanto gli italiani parlano con pronunce regionali o medie. Vengono poi esaminati i dubbi sugli accenti giusti, sbagliati o in movimento e, anche qui, davanti al dubbio, D’Aguanno consiglia a tutti di consultare un dizionario dell’uso o di pronuncia, sempre che siano scientificamente fondati.
Nella terza parte vengono affrontati i problemi dell’ortografia, che prevede regole e varianti più o meno connotate, anche se «è sempre la diffusione e la vitalità di una forma nell’uso che orienta la sensibilità dei parlanti», che devono, comunque, scegliere le regole più appropriate alla scrittura formale, accademica o professionale. Ci si sofferma, inoltre, sui dubbi ortografici più frequenti (le doppie, l’h, la i e l’accento), sulla grafia delle parole composte e sulle scritture digitali informali, che spesso presentano grafie approssimative.
A conclusione della parte 2 e 3 troviamo una pagina con esercizi di autoverifica, domande che possiamo utilizzare per chiarire i nostri dubbi, o usare come spunto di riflessione e di esercitazione da sottoporre agli studenti in classe.
Il libro si chiude con una breve bibliografia su letture suggerite e citate, e con il consiglio di consultare sempre manuali affidabili di dizione o di grammatica italiana: raccomandazione solo all’apparenza scontata, che condividiamo con convinzione e che ci sembra particolarmente utile nel lavoro quotidiano dei docenti.